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Il pensiero matematico si è evoluto storicamente come le altre componenti
della nostra civiltà. Questo romanzo filosofico ne narra la storia umana e spirituale

è un vero romanzo perché è scritto in forma narrativa ed è animato da pathos drammatico. E’ filosofico, perché suoi protagonisti sono non soltanto i personaggi umani di cui è popolato, bensì lo sono anche le Idee matematiche, che da tali protagonisti umani sono state create, oppure rivoluzionate.  Si tratta di una crociera metaforica della nave Arithmòs sull’oceano leopardiano dell’oblio. A bordo della nave c’è un teatro ed in esso vanno in scena XIV Quadri che riportano in vita grandi uomini del passato in snodi critici dello sviluppo storico del pensiero e delle loro vite umane. Nel Quadro VI  ci troviamo a Toledo nel XII secolo:  “A questo punto Abraham, che aveva ascoltato in austero e concentrato silenzio quanto diceva l’amico cristiano, parlò, dicendo: << Potrei dirti che così è stato, perché così ha voluto Yavhé, che i nostri fratelli musulmani chiamano Allah e voi cristiani chiamate Deus Pater, unus et trinus. Potrei dirti che Yahvé forse ha voluto in questo modo,  perché quel libro contiene troppa sapienza e che, come Adamo ed Eva furono cacciati dall’Eden quando vollero sapere troppo, così Claudio Tolomeo è stato cacciato dalle biblioteche perché ha mostrato troppa superbia, di fronte a Dio, con il suo troppo vasto e razionale sapere. Potrei dirti tutte queste cose, ma non te le dirò, amico mio! Ti dirò invece che c’è qualcosa di cui l’uomo vuole sempre dimenticarsi, ma che esiste e governa gli eventi della storia molto di più di quanto lo facciano i Re, gli Imperatori, gli Emiri ed i Califfi! Si chiama caso……>>”

Un pubblico generico di persone colte, amanti dello stile letterario e della
narrativa storica, ma anche disposte a raccogliere messaggi ideali e spunti
per riflessioni filosofiche.